Il sole si librava alto sopra i tetti di tegole rosse, scaldando l'aria frizzante di quella tarda mattinata di maggio. Per un giovane di vent'anni conosciuto online come Kerrrzap, ma che nella vita di tutti i giorni preferiva la tranquillità del suo nome di battesimo, quel tepore era quasi un presagio. Oggi non era un giorno qualunque. Oggi si disputavano le finali regionali del campionato amatoriale di Rocket League, e la sua squadra, i "Crab Dribblers" (un omaggio ironico al suo segno zodiacale), era a un passo dalla gloria.
Kerrrzap, con le cuffie ben salde e le dita agili sul controller, sentiva la familiare scarica di adrenalina mescolarsi a una sottile ansia. Come molti nati sotto il segno del Cancro, era un tipo emotivo, profondamente legato ai suoi compagni di squadra e capace di una lealtà feroce. Le sconfitte bruciavano più a lungo, ma le vittorie erano celebrate con un calore contagioso.
Il percorso dei Crab Dribblers non era stato facile. Provenienti dalle qualificazioni online, avevano superato avversari più blasonati con una combinazione di gioco di squadra affinato in innumerevoli ore notturne e la sorprendente capacità di Kerrrzap di tirare fuori giocate spettacolari nei momenti cruciali. Il suo stile di gioco rifletteva un po' la sua natura: a volte cauto e difensivo, pronto a proteggere la sua "tana", altre volte sorprendentemente aggressivo, con scatti improvvisi e precisi come le chele di un granchio.
La prima partita della finale fu un disastro. I "Cosmic Nomads", i campioni in carica, li travolsero con una velocità e una coordinazione impressionanti. Kerrrzap sentì il peso della sconfitta schiacciarlo. I dubbi serpeggiavano nella sua mente, alimentati da quella vocina interiore a volte fin troppo critica, tipica di chi è governato dalla Luna.
Durante la pausa, i suoi compagni lo incoraggiarono. "***" (il capitano, un tipo pragmatico e calmo) gli diede una pacca sulla spalla. "***" (l'attaccante, sempre pieno di energia) lo incitò con un sorriso. E "***" (il difensore, taciturno ma affidabile) annuì con convinzione. Quel piccolo gesto di unità fu come un raggio di sole che dissipò le sue ombre.
Nella seconda partita, Kerrrzap giocò trasformato. La sua concentrazione era totale, la sua intuizione affinata. Prevedeva i movimenti degli avversari, intercettava i palloni con precisione millimetrica e creava occasioni per i suoi compagni. Un suo tiro da distanza siderale, potente e preciso come un'onda che si infrange sulla costa, siglò la vittoria, portando la serie in parità.
La partita decisiva fu un susseguirsi di emozioni. Vantaggi e svantaggi si alternarono in un turbinio di gol spettacolari e parate incredibili. Negli ultimi secondi, sul punteggio di parità, la palla vagava pericolosamente vicino alla loro porta. Un avversario si lanciò in scivolata per colpirla, ma Kerrrzap, con un riflesso istintivo, si gettò in un salvataggio disperato, deviando la palla sulla traversa.
Il suono della sirena finale esplose nell'aria. I Crab Dribblers avevano vinto!
L'emozione travolse Kerrrzap. Le cuffie gli scivolarono via mentre un urlo di gioia gli sfuggiva dalla gola. I suoi compagni lo sommersero di abbracci e pacche sulle spalle. In quel momento, sentì un profondo senso di appartenenza e realizzazione. Non era solo un abile giocatore di Rocket League; era parte di qualcosa di più grande, un gruppo di amici che condividevano una passione e che, insieme, avevano raggiunto un traguardo insperato.
Mentre tornava a casa quella sera, con la coppa virtuale scintillante nella sua mente, Kerrrzap ripensò alla giornata. Forse, in fondo, quel suo lato emotivo e la sua tenacia "da granchio" erano stati i suoi veri punti di forza. E mentre il sole tramontava, tingendo il cielo di sfumature arancio e rosa, capì che questa era solo una tappa del suo viaggio nel mondo di Rocket League. Le stelle, proprio come i pianeti, continuavano a muoversi, e lui era pronto a seguirle, con la sua fidata squadra al suo fianco.
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