lunedì 28 aprile 2025

La canzone di Donat Skerenaj 🎵

Donat Skerenaj, diciassette anni portati con la vivacità di chi ha il sole dentro, si muoveva con agilità tra i fornelli dell'istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Roma. Le mani, veloci e precise, impastavano, condivano e infornavano con una naturalezza che incantava i suoi professori. Donat aveva ereditato dalla nonna albanese l'amore per la buona cucina, un legame profondo con i sapori autentici e la gioia di nutrire le persone.

Ma il cuore di Donat batteva forte anche per altri amori. Uno, viscerale e incondizionato, era per la sua Roma. Ogni domenica, lo Stadio Olimpico diventava il suo tempio, un luogo sacro dove le gioie e i dolori della sua squadra del cuore si incidevano nell'anima. Cantava gli inni a squarciagola, esultava per un gol di Dybala e imprecava bonariamente per un'occasione mancata, avvolto dalla sciarpa giallorossa come da un caldo abbraccio.

Gli altri amori di Donat erano più virtuali, ma non per questo meno intensi. Le serate, dopo i turni di studio e qualche partita a pallone con gli amici, si animavano con le sfide a FIFA Soccer, dove schierava la sua amata Roma contro le corazzate europee, sognando di emulare le gesta dei suoi idoli. Su Brawl Stars, la sua abilità strategica lo rendeva un avversario temibile, capace di ribaltare partite all'ultimo secondo con la sua brawler preferita. E poi c'era Roblox, un universo di possibilità dove Donat, sotto le vesti di un avatar creativo, costruiva mondi immaginari e socializzava con ragazzi da ogni angolo del pianeta.

Nonostante queste passioni vibranti, il desiderio più grande di Donat era ben radicato nella realtà, profumava di basilico e mozzarella: aprire una pizzeria tutta sua. Immaginava già l'insegna luminosa, il forno a legna che crepitava allegramente, il profumo invitante che si spandeva per le strade del suo quartiere. Sognava di creare un luogo accogliente, dove le persone potessero gustare una pizza fatta con amore, con ingredienti freschi e genuini, proprio come gli aveva insegnato la nonna.

Ogni giorno all'alberghiero era un passo in più verso quel sogno. Ascoltava con attenzione i consigli dei suoi insegnanti, assorbiva ogni segreto dell'arte bianca, sperimentava con impasti e farciture, annotando meticolosamente ogni dettaglio nel suo quaderno. La sua mente era un fermento di idee: la "Pizza Giallorossa" con pomodorini, mozzarella di bufala e una spolverata di pecorino romano, la "Trasteverina" con salsiccia e broccoletti, la "Nonnina" con il tocco segreto della sua famiglia.

Donat sapeva che la strada per realizzare il suo sogno sarebbe stata lunga e impegnativa. Ma la passione che ardeva nel suo cuore, la stessa che lo faceva esultare per un gol della Roma o concentrarsi intensamente su una partita a FIFA, era una forza inarrestabile. Con la tenacia ereditata dalla sua terra d'origine, il sorriso contagioso e la fragranza inebriante della pizza nel suo futuro, Donat Skerenaj era pronto a conquistare il palato di Roma, una fetta dopo l'altra. E chissà, magari un giorno, tra un cliente soddisfatto e l'altro, avrebbe anche trovato il tempo per controllare l'ultimo risultato della sua amata Roma.

Nessun commento:

Posta un commento